Programmazione

A.S.D. Fair Play Calcio

Accademia del calcio

 

Premessa….

“Il  calcio è un gioco e pertanto non può prescindere dalla sua componente irrinunciabile…………………………..…il divertimento”

 

Il calcio di questo nuovo millennio ha subito profonde e radicali trasformazioni, esasperato in ogni suo aspetto, è sempre più nel mirino di avidi interessi e per questo sempre meno romantico. L’etica ed i valori sportivi come quello della lealtà e dell’ onorevole confronto, con il quale sono cresciute molte generazioni di sportivi, sono solo ricordi di un calcio “Gentile” ormai sempre più lontano. Il calcio miliardario ha attirato in questi anni biechi personaggi che in nome del facile guadagno ha contribuito da una parte a trasformare lo sport in un’ impresa ma dall’altro a screditarlo irriguardosamente. Questo aspetto ingordo, del risultato ad ogni costo ha finito con il contaminare anche il vasto mondo del calcio dilettantistico, quello dei campi di terra e polvere, dell’oratorio o del quartiere. La politica della maggior parte delle società sportive dilettantistiche è quella di riservare sempre maggiori risorse economiche alla cosiddetta “prima squadra” di fatto penalizzando i vivai dei settori giovanili che si traduce in uno scadimento di interesse e attenzione in termini di qualità dell’offerta formativa. Questo meraviglioso sport, non a caso il più popolare al mondo, ha bisogno più che mai di un ritorno alle origini, a quella credibilità che ha partorito storie e leggende epiche nella storia dell’uomo. La scarsa attenzione verso le prime fasce di età è ormai consuetudine diffusa basta affacciarsi su un campo di calcio per vedere giovani impacciati alle prime armi o quelli di mezza età poco pazienti, spesso anche privi di competenze e qualifiche. Non parliamo poi delle partite dei bambini, sempre più simili ad arene, dove i più grandi sospingono per la vittoria finale. In letteratura, questa prassi è considerata tra le cause del diffondersi dell’ empia pratica della specializzazione precoce e della deprecabile filosofia della ricerca del successo ad ogni costo, che più che a preoccuparsi del formare sottopone i giovani atleti a stress e crisi abbandoniche come l’allontanamento prematuro dal calcio. A causa degli eccessivi carichi psicofisici si è diffuso un fenomeno conosciuto con il termine di “drop out”. Qualche decennio fa PLATKO, famoso giocatore ungherese, affermava che il futuro del calcio sarebbe passato attraverso un approccio sempre più specializzato ed organizzato anche con l’aiuto della scienza, ciò che egli stesso definì “arte e scienza del calcio moderno”. Anche se il calcio non rientrerà mai nell’ordine delle scienze, PLATKO su una cosa aveva ragione, l’evoluzione e l’affermazione di nuove tendenze metodologiche e filosofiche, così come la trasformazione delle tattica e la performance psicofisica, sono destinate a condizionare significativamente questo sport. Ed è questa la principale ragione che spinge ad intraprendere sempre nuove strade, a richiedere continue evoluzioni del fare calcio ed ai calciatori sempre più spiccate qualità tecnico-atletiche mirando sempre più all’esasperazione. Questa tendenza prima o poi finirà con il fare i conti con i limiti biologici dell’uomo. Da un altro lato invece registriamo il crescente fenomeno dell’ipocinesia infantile ovvero la scarsa possibilità di movimento e mancanza di luoghi dove esprimere liberamente la personale fantasia motoria, una piaga che va senz’altro affrontata nei prossimi anni con competenza e professionalità. Da quel che si evince in questa breve analisi siamo di fronte ad un cambiamento epocale di questo sport ma anche della società in cui viviamo. Se è vero che la scienza fa passi da gigante la realtà spesso necessita di più umanità. Ecco allora il motivo principale della nascita dell’Accademia ASD Fair Play Calcio per l’esigenza e la necessità di tenere conto delle nuove realtà oggettive del “fare calcio”. Ecco quindi il perché di un più “adeguato” progetto sportivo. La programmazione di una nuova stagione calcistica, esige necessariamente che competenza ed esperienza di campo contribuiscano sinergicamente a garantire in termini qualitativi una più ampia e completa offerta formativa. Ma è solo unendo esperienza, competenza e coscienza che si mette in campo quella forza necessaria per una crescita sana capaci di sostenere l’opera di sensibilizzazione e di promozione di tutti quei valori sportivi-educativi che individuando nella pratica calcistica quel sano momento di crescita, di aggregazione e di integrazione sociale.
L’ Accademia dell’A.S.D. Fair Play Calcio è quindi il risultato di un pluriennale percorso di analisi e di studio del complesso mondo dell’apprendimento e dell’educazione sportiva. L’approfondimento sulle problematiche del calcio giovanile ha evidenziato come i ragazzi di oggi siano sempre più vittime inconsapevoli del crescente fenomeno dell’ipocinetismo, imputabile sia alla scarsità di opportunità di movimento, carenza di luoghi dove esprimere e liberare la propria creatività motoria, che alla dilagante piaga delle video dipendenze, social network e console per videogiochi. L’uso-abuso indiscriminato della tv, dei videogame veicola con se anche altre pericolose fenomenologie come quella delle cattive abitudini alimentari.
Nelle vesti di agenzia educativa inoltre, una società sportiva deve avvertire il dovere di contrastare l’incessante decadimento di alcuni fondamentali valori sia morali che di etica sportiva. Le problematiche rappresentate ci pongono al fianco del Settore Giovanile e Scolastico della F.I.G.C. nel sostenere l’opera di sensibilizzazione e di promozione di tutti quei valori sportivi-educativi (cooperazione, solidarietà, tolleranza) individuando nella pratica calcistica quel sano momento di aggregazione e di integrazione sociale.
I tecnici e gli educatori dell’Accademia verranno individuati sulla base di comprovate e spiccate doti morali oltre che al possesso di specifiche abilitazioni e competenze professionali.
Il progetto formativo su base pluriennale si sviluppa in cicli propedeutici che, partendo dalla stimolazione metodica della creatività e dall’arricchimento di esperienze tecnico-motorie tenderà, negli anni, ad interessare progressivamente l’individuo nella sua totalità.
L’obiettivo è quello di accompagnare il bambino nel suo percorso evolutivo, sostenendo la sua formazione psicomotoria e socio-relazionale, stimolando nel contempo l’evoluzione di una propria creatività tecnico-tattica necessaria ad affrontare ed eseguire autonomamente compiti situazionali via via sempre più complessi.
L’organizzazione della scuola calcio nell’ambito dell’accademia sarà affidata ad un equipe di tecnici che sinergicamente provvederanno negli anni all’applicazione ed al controllo costante del ciclo insegnamento-apprendimento promuovendo azioni sistematiche di sviluppo, verifica e monitoraggio. L’iter formativo sarà prevalentemente orientato alla disciplina sportiva praticata il che non deve essere in alcun modo confuso con la più inefficace ed inadatta prassi della specializzazione precoce tipica delle metodiche di ammaestramento e della prematura ruolizzazione finalizzata alla ricerca immediata del successo. Questa pericolosa ma diffusa pratica dell’avviamento precoce al ruolo comporta una serie di problematiche di apprendimento oltre a penalizzare la formazione nella sua globalità. La ruolizzazione precoce limita l’apprendimento alle sole necessità del ruolo il più delle volte esasperando, vista la giovane età dei protagonisti, i carichi psicofisici interni ed esterni. Spesso questa inopportuna prassi è fra la primaria causa del drop out (allontanamento prematuro dallo sport). La mission dell’Accademia, nell’ambito della formazione calcistica, non può non essere dunque quella di ampliare il più possibile il background di esperienze psicomotorie, tecniche e tattiche. Questo sarà demandato all’applicazione di un progetto pluriennale flessibile basato sull’applicazione di unità didattiche progressive ed adeguate che propongono attività in situazione si maggiormente orientate allo sport praticato, ma che conducano i bambini prima ed i ragazzi poi, ad affrontare autonomamente e con successo le molteplici situazioni variabili ed imprevedibili che vengono a verificarsi sul campo durante il confronto calcistico. È bene tenere sempre a mente che: “il bambino è un mondo a se ed è tutto al di fuori di un calciatore in miniatura”. “I ragazzi che si avvicinano per la prima volta allo sport hanno il diritto di essere allenati da persone sane e competenti”. il giovane calciatore deve passare obbligatoriamente attraverso alcune fasi di formazione fino al raggiungimento, con il tempo, della maturità. ( In natura tutto è programmato in un ordine naturale, basta non avere fretta. La natura non fa salti. H.WEIN)

Il progetto

“Si dice che iniziando bene, il resto venga di conseguenza” (D. MILLMANN)

La peculiarità del progetto è quella di accompagnare nel modo più adeguato i ragazzi lungo tutto il percorso evolutivo assicurando negli anni una più funzionale e completa formazione calcistica. Il processo formativo che va dall’ avviamento sportivo alla specializzazione calcistica è demandato, assistito e controllato da un’equipe che provvederà al monitoraggio metodico di ogni singolo atleta e dei gruppi squadra attraverso la somministrazione di test di verifica e all’ attività sistematica di raccolta di informazioni anche attraverso semplici ma utili griglie di osservazione. Ogni istruttore ad inizio stagione provvederà alla raccolta di tutti quei dati necessari per fotografare al meglio la situazione di partenza sia individuale che del gruppo affidatogli. Tale attività preventiva risulterà di fondamentale importanza poiché i dati raccolti in sede di valutazione iniziale contribuiranno alla realizzazione od alla modifica della programmazione annuale.

Linee guida della Programmazione

Adeguare le attività in base alle caratteristiche auxologiche, cognitive e fisiologiche degli allievi. Suddividendo la formazione calcistica giovanile, a seconda degli obiettivi in due periodi, il primo dai 6/12 anni di: Avviamento sportivo e formazione motoria multilaterale il secondo dai 12/16 anni di: Orientamento specifico e definizione del modello sportivo.

Progressione continua delle attività con un processo di formazione-apprendimento tecnica multilaterale e polisportiva. Prendendo il via dalla motricità di base con graduale successione delle difficoltà che vanno dal semplice al complesso, da situazioni padroneggiate a nuove, da esecuzioni in forma analitica a situazionale fino alla formazione delle abilità specifiche.

Proporre soprattutto per le prime fasce, quelle dei più piccoli della scuola calcio, situazioni che stimolino risposte motorie, tecnico-tattiche personali, spontanee, originali e creative su cui si apporteranno successivamente le conseguenti correzioni qualora si rendano necessarie.

Formazione tattica fondata sul metodico apprendimento di esperienze tecnico-tattiche in termini di quantità ma soprattutto sotto il profilo della qualità con un iter progressivamente orientato ed appropriato all’età biologica, alla categoria, alla tipologia ed allo scopo della finalità del gioco necessarie per poter interagire al meglio con il contesto situativo ed imprevedibile del momento.